Stamattina ero in compagnia di un Angioletto, leggero, leggero.

Mi sono svegliata verso le sei, ho bevuto un sorso d’acqua, mi sono riaddormentata e ho fatto questo sogno fantasioso: Monica, mia nuora, mi ha chiesto di tenergli il bambino, ho risposto negativamente, dicendole che non ce la facevo perché troppo pesante, c’è rimasta molto male.

Per farmi perdonare ho preso immediatamente Elia in braccio e me lo sono caricato in spalla. L’ho percepito come un soffio leggero, delicato come una carezza. Se ne stava seduto sulla mia spalla destra tutto contento, senza essere sorretto, non c’era nessun pericolo che cadesse. Avevo la sensazione si librasse leggiadro come una farfallina.

Ho incominciato a cucinare con quel dolce folletto in collo, il quale ha iniziato a parlarmi velocemente, dandomi anche dei consigli sulle mie ricette. Ho pensato: questo bambino è un fenomeno, parla così bene e ancora non ha compiuto undici mesi!

Mi sono destata con un senso di benessere, quel bel sogno mi aveva infuso energia.

Ho acceso la radio, l’ho sintonizzata sulla musica e canticchiando mi sono messa intorno ai fornelli a far da mangiare, senza nessuna fatica. A l’ora di pranzo sono arrivati tutti i miei cari.

Elia, non vedendomi spesso, ogni volta mi guarda perplesso, ancora non mi conosce bene. Oggi invece mi ha sorriso e quando se n’e andato mi ha salutata facendomi ciao con la manina. Sono rimasta meravigliata, non me l’aspettavo, ho collegato quel gesto al sogno, come se in quella visione avesse voluto anticiparmi la sua prima manifestazione d’affetto.

Carissimo Elia, sapessi che emozione mi hai dato! Oggi per la prima volta mi hai riconosciuta, il tuo cenno è stato un atto di bene nei miei confronti. Si è istaurato tra noi due, quel sentimento universale che si chiama: Amore!

La tua aff.ma nonna Annamaria

25 gennaio 2015