Archivio per giugno 2015

Lo spaventapasseri o spauracchio   Leave a comment

spaventapasseriSpauracchio, così chiamavo quel simpatico pupazzo. Non so perché gli uccellini dovevano temere quell’omino dalla faccia buffa e l’espressione divertente che se ne stava tutto tranquillo in mezzo al campo, con un cappellaccio in testa, un fazzoletto colorato legato al collo, un cappotto tutto rattoppato e le braccia spalancate in atto di spiccare il volo, forse avrebbe desiderato andarsene con i suoi amici piumati invece che stare lì a spaventarli. Ma quello era il suo ruolo, era stato ideato per impaurire gli uccellini.

Alcuni fantocci erano davvero originali, dei piccoli capolavori, perché occorreva abilità per creare un spauracchio, non credete?  Una volta provai a farne uno per riuscire a mangiare qualche fico, dato che l’albero era controllato a vista da quei simpatici volatili, sembrava facessero da sentinelle ed aspettassero il momento propizio per fiondarsi sopra i frutti maturi e lasciare me a bocca asciutta. Così pensai bene di buggerarli con il mio spaventapasseri, ma furono loro a canzonarmi, anche quella volta fecero man bassa e si papparono tutti i fichi, lasciando attacato in bella mostra il picciolo a testimonianza della loro beffa. Si vede che il mio spauracchio era di una sottospecie e non scoraggiò affatto quei furbacchioni!

yuppi-duLo spaventapasseri mi ricorda Adriano Celentano, vi chiederete: cosa centra il molleggiato? Vi rammentate la canzone “Yuppi Du”? Ebbene, quando la interpretava, indossava: una giacchetta attillata, la cravatta colorata a scacchi, i pantaloni a zampa di elefante, gli stivaletti a punta ed un cappellone ben calzato. Era fortissimo! Con quell’espressione da burlone, le sue tipiche movenze e le braccia aleggianti, sembrava davvero un fantoccio! Chissà, se i passerotti si sarebbero spaventati se  fosse andato nei campi conciato così cantando quella canzone? Immagino che non si sarebbero intimiditi, perché la sua “Yuppi Du”, che letteralmente non significava nulla ma, per il nostro geniale “dinoccolato“ voleva dire amore, probabilmente gli uccellini l’avrebbero attorniato, accompagnandolo allegramente, cinguettando in coro: Yuppi Du, Yuppi Du, Yuppi Du, Yuppi Du-i-Du, Yuppi Du… There’s a fragance of love in the air, it’s penetrating far deep in my heart…C’è un profumo d’amore nell’aria, sta penetrando nel profondo del mio cuore…

Pubblicato 23 giugno 2015 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Giro d’Italia   Leave a comment

96th Giro d'Italia cycling raceOggi sono andata a vedere transitare il Giro d’Italia sullo Stradone Misa. E’ stato emozionante. La Polizia Stradale faceva da battistrada suonando il clacson ingiungendo a noi spettatori di farci da parte. Suscitavano un certo effetto quei centauri a cavallo sulle moto tutte tirate a lustro, davano una sensazione di protezione, come se qualcuno avesse dato loro il compito di fungere da Angeli Custodi ai ciclisti. Seguivano gli organizzatori con le ammiraglie, ognuna aveva sopra le biciclette lucidissime e colorate, infine i corridori: i primi cinque erano in fuga avendo dato un distacco al gruppo.

Ho pensato bene di immortalarli con il telefonino “tecnologico “: il mio nuovo fiammante  “iPhone”. Per mettere bene a fuoco la camera  ho perso tempo e non mi sono goduta la volata di quei ragazzi, praticamente non li ho neppure visti. Però ho pensato… vabbè avrò la loro foto come ricordo. Quando sono  andata a guardare lo scatto ho constatato con mia grande sorpresa che mi ero fatta un “selfie”, avevo fotografato me stessa, roba da matti! Vedendomi sullo schermo “multi touch” mi sono spaventata sembravo un mostro talmente ero brutta, ero delusa soprattutto per non aver saputo manovrare il mio “Smartphone”.

Selfie, Smartphone, touch, iPhone, mi accorgo che anch’io sto usando parole inglesi, invece di: telefonino, autoscatto, fotografare se stessi….veramente stiamo adottando la lingua anglosassone sempre di più e non ce ne rendiamo conto. Peccato, è come  fare un torto alla nostra parlata così ricca di bei vocaboli, oramai va di moda l’inglese e automaticamente ci adeguiamo, basta notare nel mio piccolo quante parole “straniere” ho usato…

Comunque tornando al cellulare, mi sta proprio bene! Così imparo a darmi le arie dicendo che sono diventata brava con le ultime trovate tecnologiche.

Sicuramente mi rimarrà vivo nella memoria il giro ciclistico visto che ho rischiato l’infarto, “ammirandomi” nel mio selfie!

Senigallia, 19 maggio 2015

Pubblicato 23 giugno 2015 da Anna Maria Berni in Uncategorized