Léon   Leave a comment

Voglio chiamarti così.

Darti un nome forte

come porta fortuna.

Ne hai tanto bisogno

Orso Polare.

 

Inserito  tra le specie

in via di estinzione.

 

Il tuo paradiso

si sta sgretolando.

Lo scioglimento dei ghiacci

riduce i tuoi spazi.

 

Alla deriva su un lastrone,

attonito guardi disorientato.

Non trovi cibo.

 

La necessità ti costringe

ad avvicinarti all’uomo,

il tuo peggior nemico.

 

Lui, l’intruso,

ti ha perseguitato,

dandoti la caccia,

per la pelliccia e i trofei.

Ora con le perforazioni.

 

L’appellativo: Principe dei ghiacci

ti si addice benissimo.

Sei possente e bellissimo Lèon!

Ti prego, tieni duro, resisti …

 

Anna Maria Berni

Pubblicato 24 febbraio 2020 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Se mi sgonfiassi …   Leave a comment

Attenzione potrei perdere la pazienza

ve ne state approfittando troppo.

 

I miei beni preziosi

messi da parte in milioni di anni

non li avevo riservati per voi

ma per un equilibrio armonioso.

Devo dire che c’ero riuscita

tutto era perfetto

 

Finché …

Siete apparsi voi umani

che con la presunzione

di ritenervi tanto intelligenti

di sentirvi i padroni

avete sciupato la mia fatica.

 

Depredato il suolo dai minerali

schiavizzando i vostri simili.

Mi avete ferita

trivellandomi per levare il petrolio.

Mi svuotate estraendo gas metano.

 

Il surriscaldamento mi fa sudare

non sono più la stessa

mi sento un pallone bucato

potrei perdere l’equilibrio

capovolgermi

girare al contrario.

 

Allora, sì, che sarebbero guai!

Prendete provvedimenti

prima che mi arrabbi sul serio!!

 

Anna Maria Berni

Pubblicato 14 febbraio 2020 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Il sogno infranto   Leave a comment

il sogno infranto0002Volevi tanto sorridere Samia!

Desideravi vivere, sentirti libera,

guardare in su con il volto scoperto,

puntare in alto, portare con orgoglio

i colori della tua bandiera.

 

Essere il simbolo delle donne somale,

raccontare al mondo la loro condizione.

Odiavi il burqa e non ti arrendevi.

Ti allenavi di notte nello stadio deserto,

la luna era testimone, correvi e sognavi.

 

Ultima all’Olimpiadi di Pechino,

tra  gli applausi del pubblico

pieno di ammirazione per te.

Eri lì, per una rivalsa, a dimostrare

che la guerra non ti fermava.

 

A Londra il riscatto, bramavi la medaglia.

Tremendo il viaggio della speranza.

 

Su un camion di trafficanti di uomini

attraversasti il deserto.

T’imbarcasti su un gommone.

Ma a un passo dalla salvezza

il mare che amavi tanto ti tradì,

anche i desideri s’inabissarono…

 

Nota: Samia è morta il 2 aprile mentre tentava di raggiungere le funi lanciate da un’imbarcazione italiana.

Pubblicato 5 novembre 2018 da Anna Maria Berni in Uncategorized

E la vita continua…   Leave a comment

Siete sbocciate noncuranti  della tragedia

che si è consumata attorno a voi.

Bellissime vicino ad un cancello

chissà di quale villa che non esiste più.

 

Non vi siete date per vinte,

avete stretto i denti e siete rifiorite.

Lì, all’entrata, come sentinelle

sembra assicuriate: siamo qui ad aspettarvi,

non scoraggiatevi, prendete esempio da noi

che non ci siamo lasciate intimorire dall’evento,

siamo rinate come prima, anzi più belle.

 

Tra le macerie fiere appariamo

e onoriamo chi se ne è andato.

Siamo le stupende rose rosse,

simbolo dell’energia vitale.

Non perdetevi d’animo,

a tutto c’è rimedio.

Continuate a sperare…

 

 

Amatrice 24-06-2018

Pubblicato 3 luglio 2018 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Sotto il segno del Toro   Leave a comment

Non avevi nessuna intenzione di uscire dal tuo guscio,

te ne stavi al sicuro protetto nel nido materno.

La gravidanza si protraeva e la tua mamma temeva

che tu nascessi nel segno dei Gemelli.

Invece l’hai accontentata e ti sei deciso,

sei uscito a sorpresa aprendo gli occhi al mondo

sotto la Costellazione del Toro, evviva!

Benarrivato Edoardo!

Ti hanno dato un bel nome il cui significato è ricchezza,

ma si potrebbe intendere quella interiore che è più importante.

I nati in questo periodo adorano viaggiare e conoscere varie culture.

Influenzati dal pianeta Venere, attratti da ciò che è bello,

sono sensuali e passionali. Quante qualità ha il tuo zodiaco eh!

Da giovanotto chissà i cuori che infrangerai nipotino!

Anzi pronipotino; perché io sono la tua bisnonna.

Già… mi hai fatto davvero un bel regalo,

mi hai dato la sensazione di sentirmi più giovane…

Ti auguro un’esistenza felice e piena di affetti.

Incontrerai lungo il percorso difficoltà che nessuno potrà evitarti,

ma ti serviranno per crescere.

Sappi Edoardo: la vita è bella anche con tutte le sue problematicità.

La Terra che ci alloggia è stupenda, bisogna saperla apprezzare e rispettare.

Buona fortuna! Con tanto affetto… la tua nonna bis.

 

Senigallia, 7 maggio 2018

Pubblicato 1 giugno 2018 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Per te   Leave a comment

Per te ho piantato la viola del pensiero.

Per te ho disegnato un fiore.

Pensando a te si è accesa la speranza.

L’attesa è stata dolce e trepidante.

Magicamente sei venuto alla luce Achille!

Entrato in questo mondo bello e martoriato,

hai portato una folata di vento leggero,

un raggio di sole e tanto amore.

Sei nato sotto il segno dei pesci

le cui peculiarità sono: volubilità

colpi di genio estro e fantasia.

II tuo colore è il verde della natura.

Ti hanno dato un nome di un eroe

forte volenteroso e valoroso.

Le premesse ci sono caro nipotino,

per diventare una personcina

ammodo e con dei valori autentici.

Benvenuto tra noi! La tua nonna…

Senigallia, 14 marzo 2018

Pubblicato 5 aprile 2018 da Anna Maria Berni in Uncategorized

C’è bacio e bacio   Leave a comment

Il tuo bacio è come un rock che ti morde col  suo swing…

recita così una famosa canzone.

Cos’è un bacio? Una sventola che fulmina?

Lo squisito biscottino bacio di dama al cioccolato?

O, “ l’apostrofo rosa tra le parole t’amo”?

Oppure: amore, promesse, sogni, illusioni.

Toccare il cielo con un dito e sentirsi fuori dalla realtà?

Tutto può significare…

Rappresentare un saluto convenzionale forzato.

Reverenziale; come baciare l’anello a Sua Santità.

Un desiderio erotico, o amore materno.

Il bacio magico del principe azzurro alla bella addormentata.

Un bacio potrebbe stregare ed incatenare la vita.

Potrebbe essere invece l’inizio di una storia d’amore idilliaca.

Il bacio è intrigante e possiede un profondo significato simbolico.

Darsi un bacio è un contatto umano universale.

Pubblicato 5 aprile 2018 da Anna Maria Berni in Uncategorized

La faccio mia   Leave a comment

la faccio miaDesidero appropriarmene.

La poesia è rivelazione

ispira fa sognare.

 

Apre uno squarcio tra le nuvole

tocca le corde più profonde.

E’ terapia e benessere

un trattamento di bellezza.

 

Diventa necessità per isolarsi

dai  rumori del mondo.

Dà la spinta per sopravvivere.

È qualcosa di dolce e vellutato.

 

Sa di nostalgia struggente

concezione di sé

e medicamento dell’anima.

L’amica fidata mi appartiene

non la tradirò!

Pubblicato 25 ottobre 2017 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Aria di casa mia   4 comments

Una sensazione familiare,

confidenziale, d’amore.

Sono tornata!

Ho risentito gli odori

riascoltato i suoni

rivisto i bei luoghi d’infanzia.

 

La vegetazione emanava

un profumo inconfondibile,

i tigli mi davano il benvenuto

con la loro essenza.

 

Intravisto volti velati

di amici passati nell’oltre.

Visitato la Chiesa grande

quella delle tante emozioni.

Dalla contrada dell’Angelo

con la fantasia ho scorto

l’antica casa natia.

 

Nella rinomata pasticceria

riassaporato il gusto delle

pesche all’alchermes.

Incontrato un caro amico.

 

Anche voi, mamma e papà,

eravate presenti.

Vi ho percepito vicinissimi.

Mi sono immaginata bimba

e sentita protetta come allora!

 

Annamaria Berni

  Camaiore, 23 agosto 2017

Pubblicato 18 settembre 2017 da Anna Maria Berni in Uncategorized

L’assaggio   Leave a comment

Caro Elia,

oggi all’età di ventun mesi hai sorseggiato il vino.

Non è una cosa usuale eh!

L’artefice è stata la tua nonna,

quella un po’ svitata, cecata e tanto sbadata,

te lo ha dato da bere al posto dell’acqua.

Pensa… se non fosse stata la tua mamma ad accorgersene,

magari inconsapevole ti saresti “tracannato” tutto il bicchiere.

Chissà se ti è piaciuto… bevendolo hai fatto una smorfietta,

dopo sembravi un po’ strano e sonnolento,

ma niente di grave è successo.

Sappi nipotino: il vino è una bevanda prelibata che allieta la tavola.

Può darsi che avendolo assaggiato in tenera età,

un domani lo apprezzerai.

Nell’eventualità ti piacesse, mi raccomando: degustare

il “pregiato succo ”sempre con molta moderazione.

La tua nonna svampita.

Anna Maria Berni

Pubblicato 19 giugno 2017 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Oltre la materia   2 comments

universoIn transito sul pianeta Terra

ognuno è solo con se stesso

alla ricerca del senso della vita.

Esistiamo tra luce e ombra.

 

Si è parte del tutto ma non

sempre

in armonia con lo spazio immenso

l’ignoto fa paura terrifica

nel contempo

affascina la bellezza dell’Universo.

 

Non si riesce a comprendere

Il disegno di un Essere Superiore.

C’è da trovare il  coraggio

di sopravvivere

alla “tremenda” perfezione.

 

Anna Maria Berni

Pubblicato 20 marzo 2017 da Anna Maria Berni in Uncategorized

I dolci grappoli   Leave a comment

Pigiati dalla forza dell’uomograppoli0001

lavorati ad arte in allegria.

In fiumi di spremuta  mutati

serbata con amore nelle botti.

Che prodigio dai chicchi maturi!

 

Il nettare prezioso degli Dei.

La Lacryma Christi: vino antico

sorto da un pianto divino.

L’acquavite: il distillato

sgorgato dal mosto profumato.

 

Nel bel fiasco impagliato

il chianti rosso: letizia

sulla tavola  imbandita.

Magia in volo lo spumante!

Cascate di perline frizzanti

brindisi gioiosi in calici.

 

Succo pregiato e prelibato

diletto per palati diversi.

Traditore può diventare

nell’ebbrezza illudere

vendicativo se abusato.

Pubblicato 18 febbraio 2017 da Anna Maria Berni in Uncategorized

La cicca accesa   Leave a comment

la-cicca-accesa

Qualcuno ti ha buttata noncurante

non ti ha spenta prima di gettarti.

Un avanzo di sigaretta fumante

capitata tra i miei piedi.

Sei servita a qualcosa?

Hai lenito il dolore di chi ti ha usata?

Oppure l’hai sfiorato automaticamente

perché diventata soltanto assuefazione?

Usa e getta ecco il tuo ruolo.

Sei causa di malattie e inquinamento

dappertutto si trovano mozziconi

le tue cicche hanno invaso il pianeta

colpa dell’individuo irrispettoso.

Oggetto di campagne anti fumo sei

ma l’uomo non riesce a liberarsi di te

non bada a spese pur di inspirare

una boccata del tuo veleno.

“Come una sigaretta che il fumo se ne va”…

così recitava  una vecchia canzone.

Purtroppo non sempre se ne va la nicotina

spesso si impianta nelle vie respiratorie

e diventa cagione di morte…

 

Pubblicato 13 gennaio 2017 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Il miglior amico   1 comment

il-miglior-amico0002Chissà cosa ne penseresti del nostro Profeta  venuto sulla terra per redimere l’uomo.

Tu, che non hai il dono della parola, ma hai tante virtù che spesso mancano all’umano.

Ami le persone incondizionatamente, non le abbandoneresti per nessuna ragione. Sei sensibile e buono, sicuramente condivideresti la parola del Signore e i suoi insegnamenti, per noi difficili da attuare.

Quante cose imparo da te amico… quando ti accucci al mio fianco, mi sento meno sola, percepisco forte il tuo affetto e il senso di protezione.

Nel nostro mondo ci sono: discriminazioni, ingiustizie, guerre,una disperazione …

Ma quando ti guardo Achille, mi rassereno, mi torna un barlume di speranza e mi illudo che l’amore possa davvero cambiare l’umanità…

 

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Pubblicato 9 dicembre 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

I BALLOCCIORI   2 comments

ballocciori-ballottePer me i ballocciori significavano festa, stare insieme, raccontarci, veglia; infatti le storie, gli aneddoti, i pettegolezzi, si riferivano a tavola, di solito dopo cena. Una volta si usava dire: queste cose sono da raccontare a veglia, oppure quando accadeva un fatto di cronaca, o una novità, si diceva: questa notizia l’ho sentita a veglia dal tal dei tali. All’epoca non c’erano i mezzi di comunicazione come oggigiorno, quello era il metodo di informazione, era una specie di passaparola, un tam-tam.

La veglia era il momento più bello della giornata, stavamo tutti insieme, uniti, i miei genitori erano particolarmente allegri e la loro allegria si rifletteva su noi bambini, ci avvolgeva come un manto protettivo.

I ballocciori facevano parte di tutto questo, mi bastava sentirne il profumo per capire che la serata sarebbe stata particolarmente festosa: si trattava di castagne lessate con  il finocchio selvatico, praticamente fungevano da cena.

Per me i ballocciori erano più che una tavola imbandita, mi davano una sensazione d’allegria, forse per la modalità di come li mangiavamo.

La mamma metteva le castagne fumanti in un grosso piatto di alluminio, lo collocava in mezzo al tavolo, ognuno le prendeva ancora calde e le tagliava a metà. Noi bambini le succhiavamo, non avevamo la pazienza di sbucciarle. A me dava tanto gusto mangiarle in quel modo, erano dolcissime, farinose!

Come mai i cibi di allora erano  tanto buoni? Eppure in quel caso si trattava  solo di castagne bollite. Sicuramente era l’atmosfera gioiosa che regnava, a far sì che anche le pietanze più semplici potessero sembrare dei piatti prelibati.

Alla mamma non piaceva la cucina, si lamentava che era buia, infatti la finestra dava sulla corte interna e il sole non ci batteva direttamente.

Però da quella finestra, volgendo lo sguardo verso l’alto, potevo vedere il piccolo campanile della chiesa dell’Angelo; che allegria quando suonavano le sue campane! Osservavo rapita i batacchi che con il loro rintocchi producevano quel concertino.

Il campanaro si chiamava Giuseppe, era una persona anziana e molto gentile.  Durante le processioni con indosso la tunica bianca portava il lanternone.

Spesso si sedeva sui gradini di marmo bianco della chiesa, a parlare con noi bambini. Qualche volta ci permetteva di andare a vederlo mentre suonava le campane.

Lo ricordo molto concentrato tirare le corde su e giù con vigore, ho un flash di lui appeso alle funi. Allora era un’arte e un privilegio fare il campanaro, chissà se ne esistono ancora…

Anni orsono andai a Camaiore con la mia nipotina, desideravo mostrarle dov’ero nata. Naturalmente la vecchia casa non esisteva più, era stata rifatta di sana pianta, però chiesi agli attuali proprietari di farmi vedere la corte.

Che sensazione quando la rividi: la scenario era la stesso, tutto era rimasto immutato, come se il tempo non fosse passato. Mi sentii proiettata in quella corte, ero lì, bambina, con il naso all’insù a guardare il vecchio campanile e su quell’onda emotiva ebbi la percezione di risentire lo scampanio festoso di tanti anni fa. Fu solo questione di attimi che mi sembrarono un’eternità, un’emozione intensa, struggente, quasi irreale, difficile da spiegare.

Tornando alla cucina me la rammento accogliente anche se scura.

Era la tipica cucina di una volta, con un grosso camino dalla cui canna fumaria io potevo ammirare le stelle; sbirciando dal basso nelle sere limpide (presumo d’estate) vedevo il cielo stellato e mi sembrava così vicino da poterlo toccare. Se chiudo gli occhi rivedo chiaramente quello scorcio trapuntato di stelle.

M’ è rimasta impressa la mensola di legno della  cappa del camino.

La mamma l’aveva adornata mettendo intorno ad essa una gala di cotone bianco, tipo una piccola mantovana, sulla quale aveva ricamato a punto erba, delle ciliegie.

Erano molto belli quei ricami, spiccavano, davano colore alla cucina. Accanto al camino, i fornelli in muratura alimentati a carbonella.

L’arredo era essenziale e disposto in questo modo: al lato c’era la credenza di colore celeste e vicino la moschiera.

(La moschiera: adesso non si usa più, ma all’epoca penso che tutte le famiglie ne possedessero una. Era utile per riporre i cibi più delicati: come il pane, il formaggio, la marmellata, la conserva di pomodoro. La marmellata e la conserva si vendevano sciolte, per cui non essendoci il frigorifero, avevano bisogno di  essere e protette dalle mosche e da eventuali topi).

All’altro lato c’era l’arcile (madia) dove si impastava il pane e si custodiva la farina. Era bello quell’arcile, era appartenuto alla bisnonna Damaride. Chissà che fine avrà fatto, adesso sarebbe un pezzo d’antiquariato!

In mezzo alla stanza era posto il tavolo a forma rettangolare con sopra una lastra di marmo di colore grigio scuro con venature bianche.

In seguito i miei genitori si modernizzarono, comperarono la cucina a gas, la stufa economica a legna e trasferirono la cucina nella stanza dove prima c’era il salotto, la cui finestra dava sulla strada ed era illuminata dal sole.

La mamma era felicissima, finalmente aveva lasciato la catacomba, (così definiva la vecchia cucina) senz’altro la stanza era più bella e ariosa, però, a me rimase nel cuore la “catacomba”, io la vedevo luminosa, forse perché era irradiata da quella luce che si chiama amore.

Ricordo con affetto e nostalgia la vecchia cucina della mia casa natia, che si trovava all’indirizzo: via XX Settembre n. 136 Camaiore (Lucca).

 

Pubblicato 8 novembre 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Casalinga tuttofare   Leave a comment

casalinga-tuttofareMi sento persona privilegiata

della famiglia mi sono occupata.

Entusiasta sperimentato arti varie.

Orgogliosa ho accarezzato la terra

adoperato la vanga come un righello

seminato con dolcezza raccolto i frutti

tanta fatica ma che arricchimento!

La natura è grata dona sempre se stessa.

Adesso provo anche a scrivere e disegnare

riuscirò nell’intento?

Annamaria Berni

Pubblicato 7 ottobre 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

La protagonista   Leave a comment

la-protagonistaNell’oscurità, intenta

a scrutare la volta celeste

per individuare il moto

di Giove e Venere

che stanno avvicinandosi…

stupendamente nel blu

ho scorto un diamante:

lo spicchio di luna calante

adornata da un alone rilucente.

La sua falce spicca, domina lo scenario:

è lei la diva del firmamento stasera!

 

Annamaria Berni

Pubblicato 7 ottobre 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

L’acconciatura   Leave a comment

lacconciaturaIn occasione della prima Comunione,

la mamma per farmi apparire più bella

mi fece fare la permanente.

Tutta eccitata entrai nel “coiffeur ”

e con fare da gran signora

mi accomodai sulla poltrona,

affidandomi alle mani della parrucchiera.

Costei, afferrò i capelli a ciocche, le avvolse

in bigodini di ferro impregnati di acido,

mi fasciò la testa con una retina

e noncurante mi lasciò in posa.

Non ricordo quanto durò il supplizio,

mi sembrò un’eternità talmente

bruciava quell’armamentario!

Tolta la diavoleria, guardandomi mi spaventai.

L’immagine nello specchio, rifletteva una bimba

con gli occhi sgranati, che al posto dei capelli

aveva sul capo un cespo di insalata ricciolina!

Soddisfatta, la pettinatrice trasformò l’insalata in boccoli.

Che dramma in seguito… un vero groviglio la mia chioma,

una selva piena di nodi e pidocchi. Quegli odiosi parassiti,

trovarono nell’originale capigliatura il loro habitat naturale.

Disperata mia madre mi riportò dalla “simpatica” acconciatrice,

e le ordinò di farmi un taglio cortissimo alla maschietta!

 

Anna Maria Berni

Pubblicato 4 ottobre 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Cicciobello   Leave a comment

ciccio belloUn bambolotto, ecco cosa sei!

Hai appena due mesi e già ridi.

Accenni persino a parlare.

È come volessi comunicare

con il mondo degli  adulti e dire:

ci sono anch’io e ne sono ben felice!

Che roba bella Mattia!

Vederti crescere e notare il cambiamento

giorno per giorno è fantastico.

Con quel sorriso che ti arriva fino alle orecchie,

sicuramente il tuo carattere sarà allegro.

Ne avrai bisogno, ti aiuterà nel tuo cammino.

Auguri nipotino!

Continua a sorridere a questo strambo mondo!

La tua nonna Anna Maria

Pubblicato 23 agosto 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

MATTIA   Leave a comment

mattiaBenvenuto bimbo! Oggi hai spalancato gli occhi su questo palcoscenico fantastico chiamato mondo! Finalmente hai soddisfatto la nostra curiosità, fino all’ultimo non sapevamo il tuo nome, i tuoi genitori hanno voluto farci una sorpresa.

Mattia… è un bel nome, significa: dono del Signore.

Pensa… è il patrono degli ingegneri. L’onomastico si festeggia il 14 maggio, “San Mattia apostolo”.

Sei nato sotto il segno dei gemelli, le cui caratteristiche sono: curiosità, intuito e una spiccata intelligenza che porta ad interessarsi alla poesia e all’arte. Il giallo è il colore preferito che riflette la vivacità di questo zodiaco. Insomma, le premesse ci sono non credi nipotino?

Dopo queste informazioni di carattere scherzoso facciamo i seri…

Carissimo Mattia, ti auguro di tutto cuore di crescere bene, soprattutto con una buona dose di ottimismo, indispensabile per affrontare la vita che, credimi, con tutte la sue contraddizioni è bellissima!!!

Con amore la tua nonna Annamaria

10 giugno 2016

Pubblicato 19 giugno 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Il pulcino nero   Leave a comment

Calimero

Quanta tenerezza fai Calimero!

Mamma Cesira ti ha dato un nome

che guarda caso, ironia della sorte,

significa: nobile e dalle belle gambe.

Tu invece hai due zampette rachitiche

e per giunta sei tutto nero. Che delusione

per quella “gallina” snaturata di tua madre!

Si dovrebbe proprio vergognare di aver preferitomamma Cesira

i tuoi fratelli! Loro sono giallastri e scoloriti,

mentre tu Calimero:  sei “abbronzato” e tanto carino.

Soprattutto sei differente, ti distingui dalla massa!!!

Ti prego: non farti ammaliare dalla bella olandesina,

non permettere che ti sbianchi con il suo detersivo.

Ricordati che nella nostra diversità siamo tutti uguali.

Sii orgoglioso della tua natura, mai sentirsi inferiori!

Sappi che la simpatia vale molto di più della bellezza!

 

Pubblicato 12 aprile 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

I tramonti versiliesi   Leave a comment

sole arancioneSin da bambina ho fatto caso ai tramonti, mi sono rimasti impressi nella memoria come fossero proiezioni di film in technicolor, se chiudo gli occhi li rivedo nitidissimi. Quello di Camaiore: quando il sole faceva il birichino e si nascondeva dietro la collina di Pedona per andare a dormire in mare, lo consideravo un torto, perché non mi  permetteva di assistere allo spettacolo del suo saluto, dovevo immaginarlo là, all’orizzonte mentre scompariva in acqua.

Successivamente potei ammirare i tramonti dalla spiaggia di Viareggio. Lì sì, che potevo finalmente godermi la stella mentre si inabissava; ogni volta era un panorama diverso, carico di mille colori abbaglianti, mi piacevano particolarmente d’inverno, quando le Alpi Apuane erano innevate. La vista era scenografica: il bagliore dei raggi faceva apparire il manto nevoso brillantissimo e le tinte forti e contrastanti.

Alle spalle: la visuale delle montagne ammantate di panna candida, e laggiù al confine, il sole: una palla fosforescente arancione, che si eclissava immergendosi nel mare blu in un esplosione di colori, per poi lasciare dolcemente spazio all’oscurità e, subito dopo, come un incantesimo… si accendeva il firmamento: un capolavoro della natura!

 

Pubblicato 11 marzo 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

L’abbraccio   Leave a comment

giove e venereSenigallia, 30 giugno 2015

Stasera la natura regala uno scenario da fiaba. Il sole,  appena tramontato, ha lasciato una linea luminosa sulle sommità delle colline, demarcandole come un orlo di rifinitura. A ovest si notano Venere e Giove che si sovrappongono formando una  grande stella lucente, è come se i due pianeti si abbracciassero, pensare sono tanto lontani tra loro, invece appaiono congiunti, è sbalorditivo!

La luna piena brilla in tutto il suo chiarore, se provo a spostarmi la vedo riflessa nella piscina, rimango incantata a guardare il satellite ondeggiare nell’acqua, è lì; a portata di mano, potrei “agguantare” quella sfera risplendente… L’atmosfera è suggestiva, quasi irreale, capisco le tante poesie che ha ispirato l’astro e le passioni sbocciate sotto la sua luce argentea.

achilleArriva Achille a distogliere i miei pensieri, si accuccia al mio fianco e resta a farmi compagnia. Lo accarezzo,  godendomi  il presente e ritenendomi fortunata di poter gioire di tanta bellezza !

Pubblicato 23 febbraio 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Il papier   Leave a comment

mamma010Era l’estate del 1944. Eravamo sfollati a Torcigliano, una frazione fra le colline nel comune di Camaiore. Papà si recò in paese per sistemare la porta della bottega dove lavorava. Proprio quel giorno i tedeschi rastrellarono lì molti uomini. Quando la mamma lo venne a sapere, subito si preoccupò, lasciò me e mio fratello ad una zia e si precipitò verso Camaiore in cerca di mio padre.

Strada facendo incontrò un giovanotto in bicicletta, costui, vedendo mia madre in preda all’agitazione si offrì di darle un passaggio per un tratto di strada e la fece salire sulla canna. Arrivata: vide tanti uomini stipati nella rimessa degli autobus, guardati a vista dai tedeschi. Si avvicinò e chiese ad alcuni se c’era anche Gianni, il marito, tra loro, gli fecero cenno di no.  Rincuorata, si incamminò verso il centro sperando di trovarlo. Lo vide in via di Mezzo che camminava tutto tranquillo, con gli zoccoli ai piedi e l’aria disinvolta, spingendo il carretto con sopra gli attrezzi da lavoro. C’era solo lui in strada, tutta la gente si era rintanata in casa. La mamma gli andò incontro correndo; raggiuntolo, lo assalì apostrofandolo dandogli del matto, dell’irresponsabile, che non avrebbe dovuto stare allo scoperto, bensì nascondersi.

Papà non si scompose, con il suo fare canzonatorio ribadì che lui aveva il “papier”, quindi poteva stare tranquilla, perché i tedeschi non gli avrebbero fatto nulla. Proseguì il suo cammino imperterrito, senza badare ai rimproveri di mia madre.Il papier era la carta, con la quale dimostrava che aveva lavorato assieme all’esercito germanico, quando ancora erano alleati.  Ebbe fortuna, se avesse trovato un soldato che del papier non gliene importava niente, avrebbero preso anche lui. Quegli uomini furono deportati nei campi di concentramento e molti non fecero ritorno. Ogni volta che ci narravano questo episodio alla fine mia madre commentava ridendo: ecco cosa mi toccava fare per andare a cercare l’incosciente di vostro padre, sapeste quanti pensieri mi dava…

Mi piaceva tanto ascoltare questa storia, la trovavo divertente, la consideravo una bella avventura, perché era così che ce la raccontavano, la interpretavano con enfasi come dei bravi attori. I miei genitori si consideravano fortunati ad essere sopravvissuti alla guerra, nonostante le tribolazioni patite, guardavano al futuro con ottimismo e speranza.

Pubblicato 23 febbraio 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Le due lune   Leave a comment

 

Le du lune   (vernacolo versiliese)

 

Ma varda ‘‘e bella luna scè stasera!

‘’E spetta’olo magnifi’o!

Ganze… ne sgorgio due.

Una lucci’ante in cielo ’olor bigio cenere

l’altra specchiata nella piscina celeste

‘’e flessuosa si m’ove nell’onda ble!

Vort’a sospinta deli’atamente dall’idromassaggio

danza al ritmo del gorgoglio musi’ale.

Dondolano riflessi i lampioncini

in gio’’i incantevoli.

De’orano la ‘oreografia i pini

‘ontornando la ‘ornice.

‘‘E magi’a suggestione!

Lo sfondo creato da un’energia tecni’a

dà la sensazione ‘‘e sia tutto autenti’o

‘ome: la luna, gli alberi, il cielo stellato.

Ammaliata da vesto incanto luminoso

mi torna in mente una anti’a ‘anzone:

‘‘e fai te luna in ciel, vardi gli amanti…

In vesto ‘aso sarebbe india’to ‘antà:

‘‘e ‘ombinate stasera fantasti’’e lune?

State a vardà un inguaribile romanti’a

‘’e si ri’orda du n’amore lontano…?

Le due lune

 

Ma guarda che bella luna stasera!

Che spettacolo magnifico!

Favolose… ne scorgo due.

Una splendente in cielo grigio cenere

l’altra riflessa nella piscina azzurra

che flessuosa si muove nell’onda blu.

Vortica sospinta delicatamente dall’idromassaggio

danza al ritmo del gorgoglio musicale.

Dondolano riflessi i lampioncini

in giochi incantevoli.

Decorano la coreografia i pini

contornando la cornice.

Che magica suggestione!

Lo sfondo creato da un’energia tecnica

dà la sensazione che sia tutto autentico

come: la luna, gli alberi, il cielo stellato.

Ammaliata da questo incanto luminoso

mi torna in mente una antica canzone:

che fai tu luna in ciel, guardi gli amanti…

Forse sarebbe indicato cantare:

che combinate fantastiche lune?

Guardate un’ inguaribile romantica

che ricorda un amore lontano…?

 

due lune

Pubblicato 26 gennaio 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Senza Amore   2 comments

Entwicklung stresstoleranter Pflanzenkulturen

 

Finalmente ho deciso di prendermi cura di te, piantina sorta per caso da un seme tempo fa. Sei germogliata in un angolo e rimasta piccola, ti è mancata  la spinta  essenziale per crescere, non hai avuto affetto, nessuno ti ha badata. Nonostante l’indifferenza che ti ha circondata, hai tenuto duro, caparbia hai sopportato: la siccità, il calpestio dei cani e l’oleandro che ti rubava il sole. Oggi mi sono resa conto che brami sopravvivere, così ho rivoltato la terra intorno al tuo esile stelo, ti ho nutrita con cibo stallatico e dato da bere, ho interrato paletti per proteggerti dagli animali, ti ho mandato energia positiva, promettendoti che mi sarei occupata di te, sempre con tenerezza. Scommettiamo che prospererai in fretta e diventerai un bellissimo albero d’ulivo con un fusto vigoroso?!

 

 

Pubblicato 26 gennaio 2016 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Prove d’orchestra   2 comments

riccardo mutiStasera ho assistito in televisione ad una lezione di musica impartita dal maestro Riccardo Muti su un pezzo di Mozart.

Gli allievi, tutti ragazzi, seguivano diligentemente l’insegnante che si poneva verso di loro con garbo anche rimproverandoli, ma sempre con delicatezza, voleva ottenere la perfezione del brano e fermava continuamente le esibizioni canticchiando dolcemente le note: do-re-mi-fa… e così via,  finché non era soddisfatto, faceva tutto con passione e si percepiva.

Mi ha attratta questo insegnamento, soprattutto per la levatura del personaggio. Muti è veramente bravo, bello ed affascinante, in questa veste m’ è apparso anche umile, ma l’umiltà è sinonimo di grandezza e lui è un grande. Quei ragazzi pendevano dalle sue labbra e dopo tante prove hanno eseguito un bel concerto.

Pensare a quanto lavoro c’è dietro ogni cosa, per ottenere dei buoni risultati bisogna veramente impegnarsi e studiare. Certo ci sono persone che sono dotate più di altre per natura, ma lo stesso per affinare le proprie inclinazioni occorre istruirsi.

Sono convinta che qualsiasi lavoro anche il più umile se fatto con passione, amore e voglia di sapere diventa arte.

Pubblicato 31 dicembre 2015 da Anna Maria Berni in Uncategorized

La potenza della bellezza   Leave a comment

l'albero della vitaAll’Expo il palazzo Italia si distingue per la struttura bizzarra e il colore  bianchissimo, rappresentato da una ragnatela avvolgente fa pensare a trame di stoffe o rami di alberi. Le quattro potenze del padiglione sono:  la bellezza, il saper fare, il limite, il futuro. Temi tutti molto interessanti ma a me ha colpito particolarmente:   “la potenza deIla bellezza”, un titolo azzeccato perché il settore è veramente bello.

Sconvolgente la sala dove su schermi televisivi scorrono immagini di alluvioni, terremoti, catastrofi, un monito, come a voler dire: ecco cosa capita quando non si rispetta l’ambiente. Si prosegue percorrendo un corridoio buio con suoni suggestivi e lampi di luce, improvvisamente dall’oscurità si passa alla meraviglia, la sala degli specchi: pareti, soffitto, pavimento, riflettono immagini dei posti più belli della penisola, una miriade di bellezze in movimento: aurore, tramonti, cieli azzurri, mare, laghi, colline, isole, montagne… una cosa travolgente da rimanere senza fiato.

Le altre due sale sono dedicate ai monumenti, ai palazzi e altre opere d’arte del nostro immenso patrimonio artistico. Che emozione, in quel momento ho sentito di amare tantissimo il mio bel paese e di esserne orgogliosa.

Anche l’albero della vita mi ha catturata, con il gioco di luci scintillanti, l’acqua, la musica, i colori, spettacolare! Si ha la sensazione di essere trasportati in un’altra dimensione. Impressionate la folla accalcata proveniente da tutto il pianeta, è in queste circostanze che ci si sente cittadini del mondo.

Milano 20 Settembre 2015

Pubblicato 3 ottobre 2015 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Lo spaventapasseri o spauracchio   Leave a comment

spaventapasseriSpauracchio, così chiamavo quel simpatico pupazzo. Non so perché gli uccellini dovevano temere quell’omino dalla faccia buffa e l’espressione divertente che se ne stava tutto tranquillo in mezzo al campo, con un cappellaccio in testa, un fazzoletto colorato legato al collo, un cappotto tutto rattoppato e le braccia spalancate in atto di spiccare il volo, forse avrebbe desiderato andarsene con i suoi amici piumati invece che stare lì a spaventarli. Ma quello era il suo ruolo, era stato ideato per impaurire gli uccellini.

Alcuni fantocci erano davvero originali, dei piccoli capolavori, perché occorreva abilità per creare un spauracchio, non credete?  Una volta provai a farne uno per riuscire a mangiare qualche fico, dato che l’albero era controllato a vista da quei simpatici volatili, sembrava facessero da sentinelle ed aspettassero il momento propizio per fiondarsi sopra i frutti maturi e lasciare me a bocca asciutta. Così pensai bene di buggerarli con il mio spaventapasseri, ma furono loro a canzonarmi, anche quella volta fecero man bassa e si papparono tutti i fichi, lasciando attacato in bella mostra il picciolo a testimonianza della loro beffa. Si vede che il mio spauracchio era di una sottospecie e non scoraggiò affatto quei furbacchioni!

yuppi-duLo spaventapasseri mi ricorda Adriano Celentano, vi chiederete: cosa centra il molleggiato? Vi rammentate la canzone “Yuppi Du”? Ebbene, quando la interpretava, indossava: una giacchetta attillata, la cravatta colorata a scacchi, i pantaloni a zampa di elefante, gli stivaletti a punta ed un cappellone ben calzato. Era fortissimo! Con quell’espressione da burlone, le sue tipiche movenze e le braccia aleggianti, sembrava davvero un fantoccio! Chissà, se i passerotti si sarebbero spaventati se  fosse andato nei campi conciato così cantando quella canzone? Immagino che non si sarebbero intimiditi, perché la sua “Yuppi Du”, che letteralmente non significava nulla ma, per il nostro geniale “dinoccolato“ voleva dire amore, probabilmente gli uccellini l’avrebbero attorniato, accompagnandolo allegramente, cinguettando in coro: Yuppi Du, Yuppi Du, Yuppi Du, Yuppi Du-i-Du, Yuppi Du… There’s a fragance of love in the air, it’s penetrating far deep in my heart…C’è un profumo d’amore nell’aria, sta penetrando nel profondo del mio cuore…

Pubblicato 23 giugno 2015 da Anna Maria Berni in Uncategorized

Giro d’Italia   Leave a comment

96th Giro d'Italia cycling raceOggi sono andata a vedere transitare il Giro d’Italia sullo Stradone Misa. E’ stato emozionante. La Polizia Stradale faceva da battistrada suonando il clacson ingiungendo a noi spettatori di farci da parte. Suscitavano un certo effetto quei centauri a cavallo sulle moto tutte tirate a lustro, davano una sensazione di protezione, come se qualcuno avesse dato loro il compito di fungere da Angeli Custodi ai ciclisti. Seguivano gli organizzatori con le ammiraglie, ognuna aveva sopra le biciclette lucidissime e colorate, infine i corridori: i primi cinque erano in fuga avendo dato un distacco al gruppo.

Ho pensato bene di immortalarli con il telefonino “tecnologico “: il mio nuovo fiammante  “iPhone”. Per mettere bene a fuoco la camera  ho perso tempo e non mi sono goduta la volata di quei ragazzi, praticamente non li ho neppure visti. Però ho pensato… vabbè avrò la loro foto come ricordo. Quando sono  andata a guardare lo scatto ho constatato con mia grande sorpresa che mi ero fatta un “selfie”, avevo fotografato me stessa, roba da matti! Vedendomi sullo schermo “multi touch” mi sono spaventata sembravo un mostro talmente ero brutta, ero delusa soprattutto per non aver saputo manovrare il mio “Smartphone”.

Selfie, Smartphone, touch, iPhone, mi accorgo che anch’io sto usando parole inglesi, invece di: telefonino, autoscatto, fotografare se stessi….veramente stiamo adottando la lingua anglosassone sempre di più e non ce ne rendiamo conto. Peccato, è come  fare un torto alla nostra parlata così ricca di bei vocaboli, oramai va di moda l’inglese e automaticamente ci adeguiamo, basta notare nel mio piccolo quante parole “straniere” ho usato…

Comunque tornando al cellulare, mi sta proprio bene! Così imparo a darmi le arie dicendo che sono diventata brava con le ultime trovate tecnologiche.

Sicuramente mi rimarrà vivo nella memoria il giro ciclistico visto che ho rischiato l’infarto, “ammirandomi” nel mio selfie!

Senigallia, 19 maggio 2015

Pubblicato 23 giugno 2015 da Anna Maria Berni in Uncategorized